Adrano è così, perché gli adraniti sono così!…Quante volte abbiamo sentito questa espressione o simili, in una sorta di fatalismo strumentale da parte di chi tenta di giustificare e coprire solo l’insufficienza dell’azione politica e amministrativa, come “frutto amaro” di un avverso destino. Una politica che insegue gli eventi e ne dà le responsabilità ad un fato troppo spesso ostile, piuttosto che di dettare il tempo e le azioni necessarie a portare una comunità a crescere e prosperare. Chi amministra una comunità è come un direttore d’orchestra che con gesti determinati e codificati dirige un folto gruppo di strumentisti e coristi, affinché esca una musica melodiosa ed armonica, dove ognuno è e si sente partecipe di un comune obiettivo; come parte di una comunità, e non un insieme di individui che si trovano a vivere nello stesso posto.
Gli adraniti, invece, sono stati troppo spesso abituati a una stonatura dietro l’altra, una steccata dietro l’altra, dove chi esprime un giusto giudizio, a volte necessariamente negativo, viene visto come un ipocrita profittatore, o peggio come uno “speculatore”. Siamo in un’epoca in cui le critiche sono viste come tentativi di sabotaggio esistenziale più che come sistema di controllo della qualità dell’azione politica, e possiamo facilmente immaginare che se va sempre tutto bene, allora andrà bene qualunque cosa, anche far passare per normale questa indecorosa sopravvivenza.
Gli adraniti, nonostante tutto, sono un popolo meraviglioso, realmente laborioso e capace di grandi momenti di slancio, fatti di generosità e umanità, che ogni giorno sono capaci di silenziose esplosioni di gentilezza ed umanità, che magari non saranno mai trasmesse in nessun telegiornale, o di cui non si sprecheranno parole in articoli di giornali, perché purtroppo non fanno notizia e non ricevono molti like sui social, ma che ognuno di noi involontariamente assiste e forse non ci fa caso.
Questo momento di forzato isolamento, a cui questo nemico invisibile ci ha costretto, può trasformarsi in un periodo di proficua riflessione su ciò che dovrà essere il nostro dopo, quando ritorneremo nelle strade, nei luoghi cittadini e saremo chiamati a ricostruire un tessuto sociale provato dalla lunga astinenza; abbiamo l’opportunità di “ridisegnare la nostra città”, una parola d’ordine che ho lanciato parecchi mesi fa e in tutt’altro contesto, che oggi acquista il sapore amaro di un post-guerra, ma da cui non possiamo esimerci. Sono sicuro che il meraviglioso popolo adranita saprà reagire e dare il meglio di sé, riprendendosi il posto che gli tocca, in prima fila e non nelle retrovie, perché siamo circondati da ineguagliabili bellezze naturali, da impareggiabili magnificenze artistiche e culturali, che altri adraniti ci hanno lasciato in eredità. Viva Adrano…nonostante tutto Adrano vivrà!
Agatino Scardina
(Consigliere Comunale)
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