Alla fine del tunnel ritroveremo una nuova luce di salvezza.

Alcuni mi chiedono cosa succederà dopo, quali saranno le conseguenze delle decisioni che sono state prese in questi giorni, la nostra economia, come l’abbiamo conosciuta, riuscirà a reagire? Qui non si tratta di essere pessimisti o catastrofisti, ma di riuscire a fare i conti con la realtà che ci sarà domani, perché il nostro domani sarà naturalmente molto diverso da ieri! Dovremmo fare i conti, nel breve periodo, con uno scossone importante all’idea stessa della società che ci eravamo costruiti, alle stabili certezze, che lasceranno il posto a momenti di profonda precarietà; qualche analista ipotizza una stagione simile ad un periodo “post-bellico”.

È bastato poco a minare le fondamenta stesse della nostra “evoluta” società, a mettere sottosopra l’intero pianeta; ci siamo accorti di non avere il pieno controllo della situazione, di non riuscire a elevare i nostri confini nazionale come scudi contro un minuscolo virus nemmeno troppo letale. Dal gradino più alto della scala evolutiva, stiamo letteralmente precipitando verso un baratro fatto di incertezza, indeterminatezza e precarietà.

Davanti a noi abbiamo le solite due strade, alternative tra loro:

  • una prevede di cercare di fare tutti gli sforzi per ritornare al momento stesso in cui abbiamo lasciato la nostra quotidianità, quando abbiamo dismesso i panni della normalità per vestire quelli dell’emergenza, fatta di incontrollabile consumo di risorse, tra popoli in eterna e spietata competizione tra loro, dove pochi si arricchiscono alle spalle dei molti che vivono in condizioni di estrema povertà. Il tutto condito con le solite vuote parole di “sviluppo sostenibile”, mentre si divorano avidamente le risorse naturali che il nostro pianeta non ci potrà più garantire;
  • l’altra, invece, che da questo grande momento di crisi possiamo ricavare una lezione, che ci ha dato questo “piccolo nemico invisibile”, una riflessione sulla possibilità di ridisegnarci una nuova identità, che non sia contornata dai soliti vecchi confini nazionali, ma il cui confine sia il mondo stesso, dove ognuno si autoassegna un posto per poterci vivere dignitosamente in armonia e non in supremazia con la Natura che ci circonda.

Da inguaribile ottimista quale penso di essere, nutro sempre la speranza che il genere umano riesca sempre a trarre il meglio, soprattutto nelle situazioni più critiche. Alla fine del tunnel riusciremo sempre a scorgere una intensa luce di salvezza…facciamo i conti con la fragilità umana, per riscoprire il valore della felicità!

Agatino Scardina

(Consigliere Comunale)

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